martedì 19 agosto 2014

La Svizzera ha detto "no"


La Svizzera ha detto no agli immigrati! E io sono contento.

A tutti i ben pensanti, i comunisti dei salotti buoni, i caritatevoli naif del vogliamoci bene, a tutti coloro che non si domandano e se lo fanno rifuggono dalle risposte, a quelli che mi daranno del fascista, agli intellettuali senza senno ed ai buoni della società civile, a voi che nulla avete capito e che ancor meno capite, la Svizzera dei pastori con gli scarponi doppi e dei contadini dalle mani rotte, non certo gli Elvetici banchieri e manager di città, vi ha insegnato che la pancia ed il buon senso vedono oltre la vostra ignoranza. La Svizzera degli ultimi ha capito che il liberismo è un gioco a perdere per tutti ed a guadagnarci è solo il croupier.

Ci hanno lasciato credere che aprire le frontiere senza criterio ai lavoratori di tutto il continente sarebbe stata un’opportunità per tutti, giovani in primis, che così avrebbero potuto seguire senza limitazioni i propri sogni, ognuno avrebbe potuto vivere il proprio trip internazionale, eppure a spostarsi sono stati i capitali e i morti di fame. L’obbiettivo, come sempre, era quello di avvantaggiare i soliti ignoti. Il trucco è semplice: lo spazzino italiano guadagna 1000 euro al mese, un bulgaro lo farebbe per 400 euro, bene, lasciamo che i bulgari vengano a fare gli spazzini. La storiella degli immigrati che vengono a fare i lavori che noi non vogliamo fare più è falsa, chiedetevi: quanti italiani rifiuterebbero un posto da spazzino per 1500 euro al mese? La realtà è che, grazie ai disperati di mezza Europa, i soliti ignoti hanno risparmiato un sacco di soldi. E tutti gli italiani che non trovano lavoro? Colpa loro che non sono “competitivi”, il giorno che impareranno ad essere schiavi magari un tozzo di pane glielo daranno. Chiedetelo agli autotrasportatori, agli operai del tessile di Prato, ai raccoglitori di arance della Calabria.

Di sicuro starete pensando che basta dare agli immigrati gli stessi diritti dei locali per evitare la concorrenza al ribasso del costo del lavoro, bene sono d’accordo, e questa è la misura di quanto la guerra che il capitale ha sferrato al proletariato europeo, sia in realtà già persa. Chiedetevi, infatti, quali diritti i lavoratori italiani hanno ancora?

Dividi et impera, funziona sempre.

Io non ce l’ho con gli immigrati, come potrei? Mio padre era un emigrante e forse anche io lo sarò. Ma, l’empatia che proviamo nei confronti di tutti gli svantaggiati, non ci deve impedire di affrontare i trabocchetti che il capitalismo moderno ci prepara. Sul libro contabile dei soliti ignoti il fattore lavoro è una variabile che si può spostare liberamente al fine di renderla conveniente, fregandosene di difficoltà culturali, linguistiche, affettive, l’importante è renderlo concorrenziale, ossia economico, ossia creare schiavitù.

E allora io sono contento, La Svizzera, che ancora vota, ha detto no ad uno dei principi base dell’ultra liberismo europeo. Perché è giusto che i flussi migratori vengano regolati in base alle necessità di un economia. È semplice buon senso. La xenofobia non centra niente. Ora però, per favore, togliamo il visto a quel migliaio di banchieri svizzeri che regolarmente frequentano il nostro paese.

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