La Svizzera ha detto no agli immigrati! E io sono
contento.
A tutti i ben pensanti, i comunisti dei salotti
buoni, i caritatevoli naif del vogliamoci bene, a tutti coloro che non si
domandano e se lo fanno rifuggono dalle risposte, a quelli che mi daranno del
fascista, agli intellettuali senza senno ed ai buoni della società civile, a
voi che nulla avete capito e che ancor meno capite, la Svizzera dei pastori con
gli scarponi doppi e dei contadini dalle mani rotte, non certo gli Elvetici
banchieri e manager di città, vi ha insegnato che la pancia ed il buon senso
vedono oltre la vostra ignoranza. La Svizzera degli ultimi ha capito che il
liberismo è un gioco a perdere per tutti ed a guadagnarci è solo il croupier.
Ci hanno lasciato credere che aprire le frontiere
senza criterio ai lavoratori di tutto il continente sarebbe stata
un’opportunità per tutti, giovani in primis, che così avrebbero potuto seguire
senza limitazioni i propri sogni, ognuno avrebbe potuto vivere il proprio trip
internazionale, eppure a spostarsi sono stati i capitali e i morti di fame.
L’obbiettivo, come sempre, era quello di avvantaggiare i soliti ignoti. Il
trucco è semplice: lo spazzino italiano guadagna 1000 euro al mese, un bulgaro
lo farebbe per 400 euro, bene, lasciamo che i bulgari vengano a fare gli
spazzini. La storiella degli immigrati che vengono a fare i lavori che noi non
vogliamo fare più è falsa, chiedetevi: quanti italiani rifiuterebbero un posto
da spazzino per 1500 euro al mese? La realtà è che, grazie ai disperati di
mezza Europa, i soliti ignoti hanno risparmiato un sacco di soldi. E tutti gli
italiani che non trovano lavoro? Colpa loro che non sono “competitivi”, il
giorno che impareranno ad essere schiavi magari un tozzo di pane glielo
daranno. Chiedetelo agli autotrasportatori, agli operai del tessile di Prato,
ai raccoglitori di arance della Calabria.
Di sicuro starete pensando che basta dare agli
immigrati gli stessi diritti dei locali per evitare la concorrenza al ribasso
del costo del lavoro, bene sono d’accordo, e questa è la misura di quanto la
guerra che il capitale ha sferrato al proletariato europeo, sia in realtà già
persa. Chiedetevi, infatti, quali diritti i lavoratori italiani hanno ancora?
Dividi et impera, funziona sempre.
Io non ce l’ho con gli immigrati, come potrei? Mio
padre era un emigrante e forse anche io lo sarò. Ma, l’empatia che proviamo nei
confronti di tutti gli svantaggiati, non ci deve impedire di affrontare i
trabocchetti che il capitalismo moderno ci prepara. Sul libro contabile dei
soliti ignoti il fattore lavoro è una variabile che si può spostare liberamente
al fine di renderla conveniente, fregandosene di difficoltà culturali,
linguistiche, affettive, l’importante è renderlo concorrenziale, ossia
economico, ossia creare schiavitù.
E allora io sono contento, La Svizzera, che ancora
vota, ha detto no ad uno dei principi base dell’ultra liberismo europeo. Perché
è giusto che i flussi migratori vengano regolati in base alle necessità di un
economia. È semplice buon senso. La xenofobia non centra niente. Ora però, per
favore, togliamo il visto a quel migliaio di banchieri svizzeri che
regolarmente frequentano il nostro paese.
Nessun commento:
Posta un commento